gliuola di esso re: che sendo principe e figliuolo di principe non gli si convenia apparentarsi con gente privata e di umil nazione, ma competergli la figluola di un grande regnante: il romano ed il partico essere due imperj grandissimi, che divenendo uno per tal parentado, nè più si parendo da gran fiumi divisi, sovrastarebbero con tal preponderanza di forze da divenire inespugnabili. Imperocchè le altre nazioni barbariche, che sono a’ due imperj soggette, non ne scuoterebbero il giogo, se si riguardasse di farle reggere da’ governatori locali. Avere essi la infanteria romana che a tutte le altre è superiore in quei combattimenti ne’ quali a corpo a corpo si combatte colle aste e colle spade, e la cavalleria parta di numero infinita e abilissima saettatrice. Con tali forze, insieme ristrette ed usate di accordo, avrebbero essi facilmente tenuto in soggezione l’intero orbe terracqueo. Ed aggiungea: che tutti gli odorosissimi aromati che provengono di loro e le celebratissime tele, come pure i nostri metalli ed i nobili prodotti delle arti nostre, non più come prima si commercierebbero di tratto in tratto, e per mano di pochi e timidi negozianti, ma copiosamente da ognuno, accomunando, come in un fondaco comune, i prodotti tutti de’ loro imperj.