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perta la voce dell’orribile eccesso, palesa il giudizio dello storico, e può passare per esempio di quella vereconda modestia, colla quale si dee trattare la istoria.

Venendo ora alle virtù di Erodiano, io dico che queste sono molte e perfettissime. Egli discorre nobilmente e con somma gravità le diverse cagioni che trascinarono Roma a servire i più crudi tiranni; la loro cupidigia, le atrocità, le rapine, le stragi, la corruzione e l’orgoglio della soldatesca, che, dimentica degli antichi ordini, fuggiva la obbedienza e la fatica, e, cercando gli agj e i piaceri, manomettea lo stato. Svelandoci poi tutti i politici traviamenti di tale reggimento di militar democrazia, sovvertitrice di ogni costume e di ogni legge, e ricercando con soda critica le cagioni che sì diversi e sì strani effetti produssero, non lascia di suggerire quei mezzi che gli si parrebbero i più opportuni per raffrenarle. Nel descrivere le guerre, è incredibile a dire a quale eccellenza sia aggiunto, e quanta ottima tempra dia a que’ concetti ed argomenti, pe’ quali apparisce intendentissimo dell’arte della guerra e della disciplina militare.

Finalmente non eccederò le lodi delle bellissime sue digressioni, delle parlanti pitture del-