Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
11 |
uffizio, col dire che Caracalla spense i più illustri dell’ordine senatorio, ebbe gran torto di non toccarne le cagioni, e soprattutto le nobilissime. Onde non potendo io rinvenire alcuna onesta difesa di questa sua omissione, nè palliarla di trascuraggine, mi veggo costretto a seguire il giudizio de’suoi accusatori.
Debbo però disgiugnermi da loro, quando vengono a biasimarlo di non avere divulgato quelle nefandità che nuocono al costume. Erodiano era troppo versato ne’ precetti, per non vedere che somiglievoli eccessi si debbono o tacere o toccare in modo, che non contaminino quella verecondia e quel decoro, i quali sono i più nobili sostegni della dignità della istoria. Di maniera che, se alcuna volta è stato tratto a ciò fare dalla forza della necessità, lo ha sempre fatto colla massima discrezione e con nobilissimo disimpegno, come si può rilevare dalla via coperta che ha tenuto nel far motto della opinione corsa dell’incesto di Caracalla con Giulia. Egli non ne fa apertamente la menoma parola: ma non omette di allegare le cagioni che inferirono il tiranno contro il popolo di Alessandria, e ci narra, ch’essendo esso di natura beffeggiatrice, avea posto alla madre di lui il soprannome di Giocasta. L'onesto velo di cui è co-