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istoria libro iv. 141


portano fuori della città in campo marzo, ove, per quanto è largo, si eleva un palco di forma quadrata, composto tutto di grosse travi a modo di tabernacolo. E questo si riempie di esca aridissima, e di fuori si adorna di ricchi strati contesti d’oro, di figure di avorio, e di pitture varie e bellissime. Nel dritto mezzo del tabernacolo se ne distingue un altro alquanto più piccolo, e a ingressi aperti, ma non dissimile nè di forma nè d’ornamenti. A eguale indicazione un terzo, e similmente un quarto, di mano in mano digradantisi: e così gli altri tutti sino a che all’estremo si perviene, che di tutti è il più piccolo. Si può assomigliare questo edilìzio a quei che torreggiano ne’ porti, e dan lume di notte a’ naviganti per guidarli ad ancorarsi in sicuro, e che volgarmente son chiamali fanali. Elevato dunque il letto nel secondo tabernacolo, vi gittan dentro e vi ammontano aromali, profumi, unguenti, e frutta, ed erbe le più che si hanno odorosissime. Imperocché e le nazioni, e le città, e chiunque di qualche dignità sia insignito, gareggian tutti a onorare di presenti le esequie del principe. Quando si è ammucchiato un grosso mucchio di spezierìe, nè parte alcuna n’è senza, allora cavalca intorno all’edilìzio innanzi e indietro l’ordine de’ cavalieri, torneando con certa legge e con moto detto pirrichio. Si