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istoria libro iv. | 139 |
vivere più sicuri nella città, ove, divisi gli spaziosissimi appartamenti dello sterminato imperiale palazzo, avrebbero menato, ognun da per se, vita separata dall’altro.
Pervenuti in Roma, furono accolti dal popolo inghirlandato di allori, e inchinati dal senato. Muoveano innanzi i due imperadori abbigliati della porpora imperiale. Seguiano i consoli, portando sopra gli omeri l’urna che contenea le reliquie di Severo. La gente che uscia fuori a incontrarli, riveria i principi, quindi si genufletteva e con somma riverenza l’urna adorava. Procedendo essi con tanta pompa, la deposero nel tempio, ove sono i depositi di Marco, e degli altri imperadori. Fatto il sagrificio, e celebrate le cerimonie consuete, s’incamminarono a palazzo, ove divisi gli appartamenti, e atturati gl’usci segreti, non si lasciarono comuni che gl’ingressi principali. Ciascuno a suo modo si scelse le guardie,nè mai insieme convenivano, se non quel poco che occorrea a farsi vedere dal pubblico.
Fra queste dissensioni non omisero di celebrare al padre le debite esequie. È consuetudine de’ romani di consagrare quegl’imperadori che lasciano figliuoli, o altri successori, e dopo tal consagrazione scriverli al calendario degl’Iddii. In questa circostanza si usa celebrare un