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istoria libro iii. | 131 |
d’inesplicabile avarizia, finì di vivere con fine alla sua vita corrispondente.
Quindi Severo prepose alle guardie del corpo in luogo di lui due comandanti, e passando il suo tempo ne’ sobborghi, o ne’ luoghi marittimi della Campagna, accudiva alle cose civili, e soprattutto a educare di ottimi costumi i figliuoli. Imperocché si era egli avveduto che prendeano piacere a’ giuochi e spettacoli, assai più che a’ principi si convenisse. Di che si elevavano contese e discordie, le quali erano esca a tener gli animi loro occupati sempre a gareggiare d’inimicizia e di rivalità.
Assai però più dell’ altro era insopportabile Antonino; il quale, levatosi dinanzi Plauziano, facea tutti tremar di paura, ed in ispezie la moglie sua, figliuola di lui, per ispegner la quale non restava di tender lacciuoli. Era ella stata, insieme col figliuolo che avea partorito, rilegata da Severo in Sicilia con assegnamento non sopravvanzante il necessario, ad imitazione di Augusto che trattò nel medesimo modo i figliuoli di Antonio, divenutogli nemico. Egli poi adoperava ogni sforzo per riconciliare i figliuoli ed indurli ad essere in pace e concordi, raccontando loro le antiche istorie di que’ regni che avea perduti la fraterna discordia. Aggiugnea: che aver, come aveano, tesori e tempj col-