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istoria libro iii. 121


malattie prodotte dall’ardente sole di quel cocentissimo clima, facevano più strage de’ romani, die non il ferro de’ nemici. Così essendo tutti stracchi e malmenati, e mal riescendo l’assedio, nel quale ormai vi era più a perdere che a guadagnare, si determinò Severo a partire innanzi che gli accadesse di lasciarvi tutto l’esercito. Il quale, avendo fallita l’impresa, se ne veniva via rabbuffato tutto e dolente, siccome quello, che sortito essendo vincitore di tante battaglie, si dava a credere avere in quella soccombito, per non averne riportata vittoria.

Ma presto gli disgravò di ogni tristizia la fortuna favorevole, prosperandogli di vittoria maggiore di quella che sarebbe potuta loro cadere in pensiere. Perchè messisi in acqua, ed sforzandosi di approdare alle spiaggie romane, furono dall’impeto dell’onde e del vento potentissimo che poggiava in contrario sospinti al paese de’ parti non molto lungi dalla città di Ctesifonte capitale del regno. Quel re si vivea allora sicuro e tranquillo, non gli passando affatto per la mente che la guerra di Severo contro gli atrenj avesse a recargli il menomo disturbo: e però se ne stava senza prender nessun partito, come persona che non ha punto di timore. Ma l’esercito di Severo quivi sospinto dalla forza