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dì quel re, che, dati statichi e doni, dimandava in grazia di stringer seco amicizia e alleanza. Onde Severo, vedendosi secondato dalla fortuna, si volse agli atrenj, ed in cammino incontrossi con Augaro re degli atrenj che a lui sen fuggia, e che, lasciatigli in pegno della sua fede i figliuoli, gli mandò ancora in ajuto molli battaglioni di arcieri. Quindi , traversata la Mesopotami a_e le campagne adiabeniche, corse tutta l’Arabia, che dicon felice perchè vi allignano quelle erbe odorifere che a noi producono spezierie ed aromati. Quindi, avendo presi più luoghi e città, e guastando tutto il contado, passò nel paese degli atrenj, ed assediò la città d’Atra posta in su di un monte al tissimo, cinto di grosse e fortissime mura, e difesa da un copioso numero di espertissimi arcieri.

L’esercito di Severo dunque baltea questa città con grandissimo valore, e tempestava quelle mura con ogni spezie di macchine, e niente ometteva che sollecitar ne potesse l’espugnazione. Dall’altra parte gli atrenj coraggiosamente difendeano la città, e scagliando di luogo alto sassi e saette, macellavano i severiani, sopra i quali giltavano eziandìo vasi cretacei di certe venefiche besticciuole ripieni, che, o vibrandosi agli occhi o ferendo le aperte parti del corpo, recavan loro grandissima noja. E già 1e