ra fiero pasto della crudeltà di Severo. Quei poi che si ricusarono, più felici che prudenti, non ne soffrirono alcun danno, dipendendo in tal guisa dalla fortuna e dagli avvenimenti i consigli degli uomini. Pervenute che furono in Francia le truppe di Severo, succedettero alcuni piccioli combattimenti, o piuttosto scaramuccey fino a che presso a Lione, grande e ricca città, fu combattuto con tutte le forze. Imperocché standosi Albino entro le mura, mandò fuori l’esercito a battaglia. Fu il combattere vario, dubbio, atroce, ora a questi ora a quelli infelice, non la cedendo gl’inglesi agl’illirj nè per crudeltà nè per gagliardia. Cosicché nel primo assalto di que’ due valorosissimi eserciti non si vedea dove la fortuna penderebbe, e, come asseriscono alcuni veraci e non adulanti scrittori di que’ tempi, la battaglia inclinò in favore di Albino da quella parte dove Severo combatteva, in forma che Severo si fuggì, e fuggendo cadde da cavallo, e gittata la porpora imperiale si ascose. Seguitandolo con vincitrici grida gl’ inglesi, ecco repente sboccar fuori Leto generale di Severo con gente fresca, nè ancora entrata in battaglia. Costui si era arrestato ad arte per coglier tempo di far suo colla ruina comune l’impero, nè si mosse a combattere che dopo aver saputo che Severo era sta-