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istoria libro iii. | 101 |
ti, vennero alle mani, e dopo aver tra loro fieramente combattuto, rimase la vittoria a Severo con la rotta e con lo sbaraglio dell’esercito di Negro. Si chiuse allora a ogni speranza l’animo degli orientali, e invigorissi a’ maggiori quel degl’illirj.
Ma Emiliano fu da taluni tacciato di tradimento, ritratto dalle due seguenti cagioni. Molti asserivano per invidia di Negro, cui preceduto avendo nel governo di Siria, non gli gareggiava vedersi ora superiore, ed averlo tra istanti a padrone. Altri che vi fu indotto da’ figliuoli che, ristretti in Roma da Severo, gli raccomandavano pietosamente la vita. Imperocché Severo fu anche in questo avveduto e prudente. Solea Comodo ritenere con se i figliuoli di quei che partivano per governare le provincie, quasi statichi e garanti della loro benevolenza e fedeltà. Onde Severo appena fu imperadore, essendo ancora in vita Giuliano, fece involare da Roma i suoi figliuoli, acciò non cadessero in altrui potere. Esso poi, venuto che fu entro Roma, tolti seco i figliuoli de’ generali, e di coloro che avevano magistrature nell’Asia, gli tenea sotto guardia, affinchè non reggesse dinanzi alla pietà de’ figliuoli la fede paterna, o se reggesse, ne fosse in mani sue la vendetta.