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le settentrionali nazioni. Guarnì eziandio Bisanzio città assai grande e felice di Tracia, e allora di molte forze e ricchezze fiorente: che, per giacere ella in su lo stretto di Gallipoli, fornita è dal mare di dazj e di pescagione: e, possedendo in terra ampj campi e fruttuosi, de’ due elementi, per dir così, si arricchisce. Fu dunque Negro d’avviso di por guarnigione in questa città, e difendere in quegli stretti alle flotte e navilj il passaggio di Europa nell’Asia. Era la città fortificata di mura grosse e validissime, si tra loro di pietre milesie strettamente congiunte, da non parere di molti, ma di un solo pezzo composte. E oggi stesso le ruine di loro e i rimasugli confondono di meraviglia i riguardanti, si per l’artifizio de’ fabbricatori, che per le forze di coloro che le hanno poi demolite. In questa guisa dunque Negro alle sue cose provvedea con avvedimento, a suo parere, assai prudente e savissimo.

Intanto Severo forzava più che potea la sua marcia senza idea di riposo, e inteso della guarnigione di Bisanzio, che sapea esser piazza inespugnabile, si volse a Cizico. Saputosi ciò da Emiliano, che stato era nominato da Negro generalissimo di quella guerra, marciò anch’esso verso Cizico con tutti i suoi coscritti, e quei che gli avea Negro inviati. Scontratisi i due eserci-