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irascibile nell’uomo; i quali, sebbene per proprio impeto si trasportino secondo l’affezione sensitiva, tuttavia, comechè inclinati ad obbedire alla ragione, si ritraggono talvolta per impeto proprio, come si ha dal I dell’Etica.

§. XIX. E perciò, quantunque la terra, secondo la semplice sua natura, equabilmente tenda al centro, come dicevasi argomentando della instanza; nondimeno è manifesto, che per una certa natura si lascia elevare in parte, ubbidendo alla natura universale, sicchè la mistione sia possibile: e stante ciò è salva la concentricità dell’acqua e della terra; e niente segue d’impossibile presso i veri filosofi. Tanto apparirà da questa figura (Vedasi di contro).

Sia il cielo indicato dal cerchio A, l’acqua dal cerchio B, la terra dal cerchio C: nè importa, quanto al proposito vero, che l’acqua sembri distare poco o molto dalla terra. E basti sapere che questa è vera, perchè uguale alla forma e al sito de’ due elementi; le altre due superiori sono false, e poste non perchè così sia in fatti, ma perchè il discente capisca, com’Egli dice nel I de’ Priori. E che la terra emerga per gibbosità, e non per centrale circonferenza, indubitabilmente è manifesto, considerata la figura della terra emergente: imperocchè la figura di questa è quella del semilunio; nè tale esser potrebbe, qualora emergesse secondo la circonferenza regolare, ossia centrale. Poichè, siccome è dimostrato nei teoremi matematici, è necessario che la regolare circonferenza emerga sempre con orizzonte circolare da superficie piana o sferica, quale appunto fa d’uopo che sia la superficie dell’acqua. E che la terra emergente abbia la figura pari a quella del semilunio, è manifesto e pei naturalisti che trattano di essa, e per gli astrologi che descrivono i climi, e pei cosmografi che pongono le regioni della terra in tutte le parti. Imperciocchè, siccome ritiensi da tutti comunemente, questa terra abitabile si estende per una linea di longitudine da Cadice, posta sopra i confini occidentali da Ercole, fino alle foci del fiume Gange, come scrive Orosio. La quale longitudine è tanta, che tramontando il sole, mentre si trova nella linea equinoziale, per quelli che sono in uno dei termini, nasce per quelli che sono nell’altro, siccome fu riconosciuto dagli astrologi per mezzo dell’eclissi della luna. Fa d’uopo perciò che i termini della detta longitudine distino per gradi CLXXX, distanza media di tutta la circonferenza. Per la linea poi di latitudine, come pei medesimi sappiamo, si estende, (la terra) da quelli il cui zenit è il circolo equinoziale, sino a quelli il cui zenit è il circolo descritto dal polo dello zodiaco intorno al polo del mondo. Ognuno è distante dal polo del mondo circa XXIII gradi; e così l’estensione della latitudine è quasi di LXVII gradi, e non più, come