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i rallentamenti provenienti dalle curve con le necessarie fermate, e far sparire gli inconvenienti inerenti a quelle.
Perchè in una stazione posta gli estremi di una linea, od in una stazione intermedia, ma sotto alcune condizioni particolari, giova cambiare l’ultima parte dei tronchi della strada attigui alla stazione che fossero orizzontali o discendenti in un piano dolcemente ascendente per facilitare la fermata e la mossa dei traini, la Commissione Castelli, con quella logica ormai nota a tutti, concludendo dal particolare al generale, ed esagerando per di più il principio, afferma, che anche quando si sale continuamente verso una stazione l’accrescere l’ascesa presso alla stazione, portandola se occorre al 5 o al 6 per mille, ben lungi dall’essere uno scapito, è anzi un vantaggio, e fa di questa sua scoperta regalo a molti valenti scrittori che non nomina, ed a Seguin che nomina, ma che scrive proprio tutto il contrario.
Alla linea di Treviglio scelta, tracciata, livellata, pubblicata colle stampe, e nota a tutti, la Commissione Castelli contrappone, pel cammino di Bergamo, una linea di cui non conosce nè la giacitura, nè la lunghezza precisa, nè i luoghi dove essa trincia i fiumi — nè il numero delle curve, nè i raggi delle curve, nè l’andamento attuale della parte di suolo che percorre, nè le pendenze del piano della strada di ferro che vi