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LXXVII.


A Natura tua bellezza,
     Devi a Sorte la ricchezza:
     Io bell’alma mi formai,
     Aurea cetra io m’acquistai:
     Or di noi qual è, Nigella,
     La più ricca, la più bella?


LXXVIII.

da marziale.


Tutte, senz’una compierne, intraprende
     Sertorio le faccende;
     E sol l’opra compone
     Quando alla bocca un ciottolon si pone.


LXXIX.

da ausonio.


L’asta avea in mano, in testa
     Di Gradivo la cresta
     Venere un dì che Palla ebbe incontrata,