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LXV.

al figlio del mio sposo.


Sei bello più del figlio
     Dell’alma Dea di Gnido,
     Perchè non hai sul ciglio
     La benda di Cupido.


LXVI.


Suole in conversazion donna galante
     Trattenersi col cane e coll’amante:
     Se ci fosse il marito in compagnia,
     Che bel quadro di bestie si faria!


LXVII.


Se, qual la grandin può, valesse ancora
     A discacciar le tenebre la paglia,
     Direi che molti portano a quest’ora
     D’essa bianco tessuto ampio cappello,
     Il bujo a diradar del lor cervello.