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XXXII.

da marziale.


Solo i poeti antichi a te son grati;
     Da te i morti sol vengono lodati:
     Ma da tanto non sei, scusa, o Vacerra,
     Che per piacerti io voglia andar sotterra.


XXXIII.

dallo stesso.


Taide losca vuol trarre
     Quinto alle nozze sue:
     Ella è priva d’un occhio, ei d’ambedue.


XXXIV.


Quando Prometeo col rapito foco
     Nel rozzo uman cerèbro
     Diede al buon senno loco,
     Certo a que’ dì non v’erano galanti;
     Chè son stupidi ancora tutti quanti.