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80 | capitolo ii |
teorie entro un certo campo di previsione; e nel secondo caso la semplificazione è suscettibile di un apprezzamento quantitativo preciso.
Ora il processo di formazione dei concetti si può allargare enormemente, aggiungendo agli oggetti reali degli enti fittizii (cfr. § 18), a fine di spingere più innanzi certe associazioni, e di aiutarne la visione immaginativa.
A tale finzione non si può porre a priori limite alcuno, ma deve esigersi che, allo sviluppo delle teorie in questo senso, corrisponda una critica opportuna.
La conoscenza teorica così proseguita, non si riferisce più ad un insieme di rapporti reali, verificabili dall’esperienza; accanto al mondo fisico di questa, essa crea un mondo immaginario, metafisico, al di là di ogni esperimento possibile, e pensa l’uno e l’altro come due parti non distinte (se pure l’una visibile e l’altra invisibile) di una medesima realtà. Ora spetta alla critica di scernere le ipotesi e le conseguenze che si riferiscono a codeste due parti; infine soltanto ciò che si riferisce alla prima ha un senso reale, cioè costituisce una conoscenza effettiva; mentre, ciò che vi è di immaginario nella teoria deve essere pensato soltanto come un mezzo di acquisto della conoscenza. Codesto mezzo è efficace appunto perchè il sistema delle immagini si concatena con quello dei fatti, ma a tale efficacia corrisponde la difficoltà di valutare gli acquisti ottenuti. Pertanto la critica di una teoria dovrà condurre ad una trasformazione delle ipotesi rappresentative adottate, in guisa da separare le ipotesi fisiche in esse contenute, dalle ipotesi (metafisiche) indifferenti che si riferiscono soltanto agli enti fittizii, ed importano rappresentazioni diverse, ma equivalenti, di un certo gruppo di fatti.
Qui è opportuno rilevare subito che l’equivalenza di due sistemi d’ipotesi rappresentative, rispetto alla realtà, dipende dai legami che si pongono idealmente fra gli oggetti fisici e gli enti fittizii, e perciò le ipotesi indifferenti possono acquistare un significato fisico in una estensione della teoria, che subordini allo stesso sistema di immagini un gruppo più ampio di fatti.
Procediamo ad illustrare le cose dette con alcuni esempii.
§ 26. Teoria elettrostatica di Poisson.
È noto come Poisson sia riuscito a subordinare i fenomeni della elettricità statica ad una teoria, intimamente legata alla teoria newtoniana.
La parola elettricità risveglia la sensazione di una particolare scossa nervosa, la quale si accompagna ai fenomeni della scarica elettrica (scintilla, ecc.).
Osservando le circostanze che precedono o determinano codesto fatto, si constata l’esistenza di attrazioni e repulsioni fra i corpi posti in certe condizioni (elettrizzati), dove si tratta in ogni caso di forze di ordine superiore rispetto a quelle della gravitazione.