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fatti e teorie 63


In quest’ultimo si possono riconoscere nel fatto i caratteri del tipo scientifico.

Vediamo, p. es., che cosa Herschell ci abbia insegnato colla scoperta di Urano.

Varii osservatori, prima di lui, avevano trovato quest’astro nel campo del loro telescopio, di guisa che esso era stato catalogato più volte fra le stelle fisse. Riattaccandolo al sistema planetario, Herschell ha dovuto seguire il suo movimento attorno al sole, e quindi determinare le condizioni obiettive, sotto le quali si può ripeterne l’osservazione.

Queste condizioni, o se si preferisce, i rapporti di posizione leganti l’astro al sole, costituiscono veramente il fatto nuovo, stabilito colla scoperta del pianeta.

All’epoca, di cui si tratta, aggiungevasi alla scoperta un altro interesse, relativo alla conferma o alla modificazione, che si aveva ragione di aspettarne, della teoria newtoniana.

Gli astronomi, pieni di fiducia nella legge che aveva spiegato così precisamente i fatti noti, videro con immenso stupore il nuovo pianeta sfuggire alle previsioni basate sopra di essa. Bisognava ammettere un’eccezione distruggente la regola, o ricorrere all’ipotesi di un altro pianeta ignoto, che colla sua azione perturbatrice spiegasse l’allontanamento di Urano dall’orbita ellittica.

Quest’idea, proposta da Arago, fu assoggettata al calcolo da Le Verrier. La così detta legge empirica di Bode (la quale si rivelò qui assai inesatta) dette modo di rendere determinato il problema. E la scoperta di Nettuno, che, per una fortunata combinazione, si trovò molto vicino al luogo assegnatogli a priori da Le Verrier, fu salutata come un trionfo dell’Astronomia planetaria, in quanto veniva a confermare in modo brillante la realtà dei rapporti semplicissimi, riassunti nella legge di Newton.


§ 15. Fatti chimici.

Le scienze terrestri offrono pure esempii di fatti, il cui riconoscimento importa soltanto la scoperta di qualche oggetto nuovo.

Sorvolando sopra la Geografia, che non ci suggerisce osservazioni diverse dalle precedenti, vediamo quale significato abbia per la Chimica l’aggiunta di un corpo nuovo al catalogo dei suoi elementi.

Nessun dubbio che questo sia un fatto della più alta importanza. Ma si avrebbe torto di riguardare una tale scoperta come l’acquisto di un semplice fatto bruto, e il suo interesse relativo soltanto al piccolo numero degli elementi noti.

Anzitutto una tale conoscenza esprime che certi corpi non han potuto essere ridotti o decomposti al di là di un certo limite, implica cioè una irri-