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62 | capitolo ii |
Una legge «indipendente dal contenuto» è un’astrazione trascendentale, che ripugna allo spirito della nostra critica.
Ritorniamo all’analisi del fatto scientifico, per vedere come taluni fatti, che apparentemente si discostano dal tipo tratto dalla Fisica, vi si lascino riattaccare.
§ 14. Fatti astronomici.
Se i fatti scientifici debbono distinguersi dai «fatti bruti» per un grado più alto di condizionalità e di generalità, riesce malagevole il considerare come «scientifiche» talune scoperte, delle quali d’altronde è innegabile l’interesse, aventi come scopo di stabilire la semplice esistenza di oggetti nuovi.
Senza uscire dal campo delle scienze fisiche, l’Astronomia e la Chimica ci porgono in proposito esempii istruttivi.
Si può disconoscere l’importanza della scoperta di un astro, non ancora scorto nei cieli? Eppure una tale scoperta, in quanto si tratti di una stella, della quale vengono stabilite le coordinate, non c’insegna molto di più che le condizioni subiettive per la visione di un oggetto nuovo.
Per comprendere il posto da attribuire a fatti di codesto genere nella Scienza, giova osservare che ogni rapporto obiettivo suppone dei fatti bruti, ai quali si riferisce. La conoscenza scientifica esige dunque un sostrato di conoscenze volgari, che possono esser lasciate senza menzione esplicita, soltanto nel caso in cui esse cadano frequentemente nel dominio comune, in vista della facilità di osservarle. Così appunto il fisico, dato che molteplici oggetti di ferro sono alla sua portata, non ha da occuparsi di farne l’inventario.
Ma quando si tratti di oggetti, che, pel loro piccolo numero o per altre ragioni, offrano qualche difficoltà particolare ad essere percepiti, è interessante per la Scienza il metterli in vista. La ricerca scientifica è costretta in questo caso a compiere, per conto suo, un’operazione preliminare, che in altri casi trova sufficientemente compiuta.
Con questa spiegazione veniamo a dire che la scoperta di un astro nuovo è veramente un resultato importante per l’Astronomia, ma non costituisce ancora una vera conoscenza scientifica (per quanto ciò abbia soltanto un valore di «grado»); che il suo interesse consiste nell’avere allargato il campo dei fatti bruti, i cui rapporti formeranno più propriamente oggetto della Scienza.
Sotto questo aspetto il prezzo di una scoperta di codesto genere viene ridotto alla sua giusta misura; ed appare come esso vada rapidamente diminuendo, quanto più diventi facile l’estendere il campo delle osservazioni, con perfezionati strumenti.
Vi è luogo però ad osservare una distinzione importante fra la scoperta di una stella e quella di un pianeta.