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fatti e teorie | 59 |
Se pur non si tratta di una separazione rigorosa, è tuttavia opportuno di stabilire una differenza secondo la loro relativa importanza.
La conoscenza volgare si attacca soprattutto alle condizioni subiettive; c’insegna come si deve guardare per vedere, come occorre muoversi per toccare, ecc.
Veramente c’è anche in questo caso una comparazione del fatto in vista, colla realtà che lo circonda; ma sembra si dimentichi tutto ciò che non interessa i mezzi di porci nella condizione di produrre le sensazioni attese.
L’opposto avviene nella conoscenza scientifica. Il fatto è concepito, non per riguardo a noi stessi, ma in relazione ai fatti che lo circondano; si dimenticano in questo caso, almeno nell’enunciare il resultato, le condizioni subiettive sotto le quali esso si rivela ai sensi, per riferirsi alle condizioni obiettive del suo sussistere.
Un tal modo di considerare i fatti aggiunge loro qualcosa che la conoscenza volgare lascia nell’ombra. Onde un fatto scientifico cresce, per così dire, di una moltitudine di fatti bruti in esso contenuti; guadagna in generalità mentre riassume in se stesso nuovi rapporti più estesi.
§ 12. Fatti fisici.
È facile chiarire le osservazioni precedenti con qualche esempio.
Picchiamo con un martello sopra una lastra di rame; ci accorgiamo poi, toccandola, ch’essa si è riscaldata.
Ecco due fatti bruti, i quali ci si presentano l’uno dopo l’altro. La descrizione precisa delle circostanze in cui essi si compiono e delle sensazioni provate, non esce dal dominio della conoscenza volgare. La quale c’insegna come deve essere maneggiato il martello per picchiare, o come è più opportuno di toccare il rame per constatarne il calore. Codeste sono condizioni subiettive, che non entrano invece nella conoscenza scientifica del fatto.
La Scienza non ritiene che questo: «il rame picchiato con un martello si riscalda». Spariscono dall’enunciato i minuti particolari dell’esperienza compiuta, ma ai due fatti bruti si aggiunge il loro rapporto di successione, concepito come invariabile.
Il fatto scientifico consiste nel suddetto rapporto. C’insegna appunto questo, che «si possono provare le sensazioni attestanti il riscaldamento del rame, ove si compiano, in un modo qualunque, gli atti che ne producono la percussione con un martello».
Ma se si osserva che altri metalli, o anche altri corpi qualunque, si scaldano colla percussione, e che il riscaldamento ha luogo comunque si adopri, per picchiare, un martello o un altro istrumento qualsiasi, si viene a concepire il fatto in un significato più esteso, enunciando che «i corpi si riscaldano colla percussione».