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altri, nelle medesime condizioni lo vede egualmente. Questa testimonianza si traduce infine in un’aggiunta di altre sensazioni diverse, secondo il modo come essa è resa; tuttavia ha un valore particolare, quando sia apprezzata in base ad appropriati criterii, che costituiscono i canoni della critica storica.

Non è nostro intendimento di analizzare i principii di codesta critica. Basti rilevare questo: la realtà, concepita come un dato sociale, significa sempre, in definitiva, una rispondenza di sensazioni a condizioni volontariamente disposte.

Rispetto alla società degli uomini, presa nel suo insieme, si allarga il campo delle sensazioni e degli oggetti cui queste si riferiscono; ma tale varietà non porge più salda prova del reale se non sia più attento il volere.

Ecco perchè vediamo al tempo stesso più difficile e più facile ingannare una società, anzichè un uomo solo; più difficile quando un vivo interesse disponga gli animi ad ascoltare e ad intendere, come accade, p. es., in una società scientifica; più facile se, come in una folla eccitata, manchi la volontà di dubitare e, senza critica, ciascuno accolga la sensazione più lieve dell’altro, a conferma della propria.


§ 8. Allucinazioni.

Il consenso sociale si aggiunge al criterio della realtà individuale e rafforza la credenza che vi si collega, in quanto vi è accordo fra l’uno e l’altro, almeno nelle condizioni di una critica opportuna. Ma vi è un caso di eccezione che non può essere passato sotto silenzio.

L’esistenza di allucinati turba la nostra fede, non ostante il piccolo numero di questi, soprattutto perchè una inferenza analogica ci mostra possibile di essere colpiti noi stessi da un’allucinazione. Si domanda se in questo caso il criterio che abbiamo considerato come pietra di paragone del reale, sia atto a renderci conto dell’errore cui siamo esposti, o come e perchè esso si trovi in diffetto.

La questione è irta di difficoltà, perchè l’interpretazione eiettiva dei fatti psicologici, che si producono in uno stato patologico dello spirito, solleva dei dubbii difficilmente chiaribili.

Tuttavia si possono distinguere due specie di allucinazioni; quelle più frequenti che si riferiscono soltanto ad un gruppo di sensazioni, e le allucinazioni complete, che sembrano fortunatamente assai rare.

Nel primo caso manca l’accordo fra le sensazioni diverse, e perciò le condizioni del soggetto, relativamente all’oggetto dell’allucinazione, non sono le stesse che corrispondono all’esistenza di un oggetto reale. Dimodochè è agevole giudicare dell’errore dei sensi, quando un’affezione cerebrale non tolga per altre ragioni la possibilità di un giudizio.

Così, p. es., gli alcoolizzati affetti da delirium tremens vanno frequente-