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52 | capitolo ii |
solo. E lo stesso può dirsi in generale delle relazioni fra oggetti. Un piccolo numero di atteggiamenti diversi del nostro pensiero, può svolgersi con quella intensità viva, che appartiene all’intervallo di tempo denotato come «presente»; e, dentro questo intervallo una cosa reale non è isolata, ma può entrare in diversi gruppi associativi. L’esistenza di una cosa reale nel presente, importa appunto la possibilità di codeste associazioni.
Ora la credenza in cose reali non attualmente percepite ha questo valore: permette di stabilire nuovi rapporti associativi fra gli elementi delle nostre percezioni.
Perchè questi rapporti si stabiliscano, non importa neppure che vi sia stata prima una constatazione diretta; in un modo più generale essi possono venire supposti per mezzo di altre associazioni date, ed, in quanto corrispondono a qualcosa che è pensato come invariante, costituiscono ancora per noi un reale (supposto).
Soltanto il modo d’acquisto della conoscenza è diverso nel caso di fatti propriamente supposti, e di fatti che furono percepiti: l’associarsi di certe sensazioni alla rappresentazione di certi atti volontari deriva in questo caso immediatamente da ricordi, in quello ne risulta più o meno mediatamente, attraverso un’operazione intellettuale, che nella sua forma più alta costituisce un ragionamento. Ma, all’infuori del modo d’acquisto, realtà percepita e realtà propriamente supposta significano ugualmente, nel presente e nel futuro, l’attesa di certe sensazioni in condizioni determinate, più o meno dipendenti dalla nostra volontà.
Se è possibile disporre le condizioni richieste, noi andiamo a constatare direttamente le sensazioni che vi si collegano, o a dichiarare il nostro errore, ove l’attesa sia delusa. Ma se ciò non è attualmente possibile, la nostra credenza conserva un valore, sia per riguardo a possibilità future, sia in quanto il fatto supposto implica alla sua volta nuovi rapporti associativi che possono essere constatati, e condurre ad una verifica indiretta di quello.
Si deve considerare la supposizione, nel suo più largo senso, come essenziale per riguardo alla realtà di cui viviamo; un incremento del reale in questo senso si accompagna allo svolgersi della nostra vita di relazione, di cui entrano a far parte nuovi paesi lontani non mai visitati, persone non vedute, relazioni inferite senza verifica diretta.
§ 5. Realtà del passato.
Siamo ora in grado di rispondere alla domanda «in qual senso sia possibile di trovare qualcosa d’invariante nella realtà storica di un fatto passato».
Il ricordo del fatto, se esso fu percepito, conserva già un certo rapporto associativo determinato fra le sensazioni rievocate. Ma, indipendentemente dalla percezione, la realtà o meno del fatto ha un significato che si traduce nella