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48 | capitolo ii |
C’è in fondo a questa pittura un vero spirito filosofico. Poichè noi vediamo nel procedere di Abou Hassan, il modo che generalmente viene tenuto da ogni uomo, il quale voglia chiarirsi intorno ad un’impressione qualunque, se abbia ragione di dubitare che essa corrisponda veramente a qualcosa di reale.
In casi analoghi, sia risvegliandosi dopo un sogno, sia quando l’apparire di alcunchè di strano, turbi il corso regolare delle nostre aspettazioni, noi cerchiamo di uscire da quello stato di passività dello spirito nel quale si cullano tutte le illusioni, sforzandoci di provocare volontariamente una sensazione nuova, preventivamente nota. Giudichiamo infine da questa, constatando il suo accordo coll’attesa anteriore.
§ 2. Illusioni dei sensi.
Alcuni esempii mettono in luce come all’osservazione precedente spetti un alto grado di generalità.
Una bambina di un anno, già si compiace a guardarsi nello specchio. Io mi diverto talvolta a farla passare al di dietro di questo; eccola fiduciosa di vedere, e pronta a ghermire colle mani, l’immagine che le appariva testè. Poichè non vi è più niente, essa rimane interdetta.
Allora vuol ripetere l’esperienza; ancora una volta, sebbene un po’ inquieta, si avanza a ghermire la sua immagine. Ma bisogna ricominciare di nuovo, poichè, man mano che la sua inquietudine diminuisce, essa prende al giuoco un piacere più grande.
Infine vedendo che, nelle medesime condizioni, il medesimo fatto si riproduce sempre lo stesso, finisce per ridere dell’inganno a cui non presta più fede.
I viaggiatori che marciano nelle lande sterminate del deserto sabbioso, sotto un sole cocente, apprendono a loro spese, in un modo del tutto analogo, che cosa sono i miraggi.
Per un effetto di refrazione, che Monge riconobbe dipendere dallo stato estremamente rarefatto degli strati inferiori dell’atmosfera, si vedono talvolta distinte le immagini diritte e capovolte degli oggetti posti all’orizzonte. Così agli assetati viaggiatori il terreno sembra terminato da un’inondazione generale, ogni monticello di sabbia rispecchiandosi nella sua immagine, come fosse circondato da acqua. Ma quando, affrettata la marcia, i miseri giungono sul posto ove la visione lusinghiera li chiama come una dolce promessa, che cosa scoprono essi, se non della terra infuocata e dell’arida sabbia?
Occorrono nell’Ottica varii casi analoghi d’illusione, che, sotto un diverso aspetto, interessano medesimamente il fisico ed il fisiologo.