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introduzione 41

e tende ad estendersi per analogia, in guisa da rispondere ad una economia di volere nella discriminazione dei conflitti d’interesse.


§ 28. I fini positivi che si possono proporre ad una teoria della Scienza.

Colla critica precedente abbiamo cercato di distinguere certi atteggiamenti propri della scuola positivista, che restringono la veduta della realtà scientifica all’elemento obiettivo, laddove sembra conforme allo spirito positivo rettamente inteso di considerarne anche l’elemento subiettivo.

Nel campo fisico e biologico l’elemento subiettivo tiene alla rappresentazione dei fatti, ed ha soprattutto importanza nel processo di acquisto della conoscenza.

Nel dominio delle scienze psicologiche e sociali, codesto elemento fa parte più intima del fatto da spiegare, in quanto vi si collegano direttamente le previsioni che la conoscenza ha come oggetto.

La distinzione fra subiettivo ed obiettivo non ha d’altronde che un valore relativo, e la considerazione della conoscenza nella sua integrità c’induce ad unificare la veduta delle cognizioni fisiche e psicologiche, facendoci scorgere qualcosa di psicologico già in fondo alle prime.

Ma, poichè le osservazioni precedenti hanno chiarito l’ufficio della critica tendente a scernere il subiettivo e l’obiettivo nella Scienza, rivelandoci come essa costituisca un fattore generale del progresso di questa, vediamo ormai sorgere dalla anzidetta critica i grandi problemi della Gnoseologia positiva, e riusciamo ad intenderne il significato e lo scopo.


Anzitutto sono da fissare i criteri che rispondono al nostro concetto della realtà obiettiva, in contrapposto all’illusione e all’errore dei sensi. Lo sviluppo veramente positivo di una tale ricerca, dovrebbe portare ad una larga applicazione della teoria nel dominio della Tecnica dell’osservazione e dell’esperienza: la correzione dell’errore personale nelle misure geodetiche ed astronomiche ne porge un esempio istruttivo.

Ma accanto al dato dell’organo di senso nella sensazione, si trovano nel processo della conoscenza i dati della elaborazione psichica.

Lo stesso concetto primitivo della realtà, si allarga e s’integra; il fatto bruto si evolve assumendo i caratteri del fatto scientifico. Qual’è la forma di questo processo, e come e quanto si possono distinguere in essa gli elementi subiettivi ed obiettivi? Che cosa rimane quindi di arbitrario nella Scienza, e quale significato deve attribuirsi a codesta arbitrarietà?

L’analisi del fatto ci condurrà dapprima a questo resultato generale, che la conoscenza scientifica tende ad effettuarsi per mezzo di concetti, e ci porgerà quindi alcuni criterii fondamentali per la valutazione delle teorie scientifiche.