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38 capitolo i


Ben sentiamo l’obiezione che taluno potrebbe opporci!

Per suscitare codeste discussioni proficue sono bensì necessarie certe vedute teoriche generali, ma che cosa ha che fare questo colla rappresentazione minuziosa del plasma, in cui Weismann si compiace? Forse che non è chiaro, come tanti particolari precisati da quell’autore, tante descrizioni di cose invisibili che spesso non possono neppure concepirsi come realtà, sono inutili sforzi di una fertile immaginazione, la quale vola lontano dalla veduta positiva dei fatti?

Rispondiamo: Weismann ha scorto alcune ipotesi di fatto attraverso una costruzione sistematica di immagini, allo stesso modo, come Maxvell ha preveduto certi rapporti dell’elettricità e della luce attraverso il modello di una teoria, che non è essa stessa interamente un’ipotesi di fatto. Non attribuiamo a codeste vedute un valore positivo che non hanno; spingiamo anzi la critica a sceverare ciò che in esse è ipotesi fisica o biologica, da ciò che è puramente rappresentativo o psicologico. Ma non disconosciamo che una tale separazione riesce generalmente possibile soltanto dopo che la teoria ha compiuto il suo ufficio, non neghiamo soprattutto l’importanza di un procedimento d’acquisto delle conoscenze che si presenta come generale nello stadio costruttivo della Scienza, sol perchè esso non ha fin da principio i requisiti della cognizione positiva.

Anche la costruzione scientifica è un fatto, che bisogna studiare nella sua realtà psicologica, e di cui bisogna ammettere il valore conoscitivo quando delle questioni positive, in qualunque modo, ne vengono illuminate o risolte!


§ 26. Positivismo psicologico.

Una concezione che elimina dalla veduta del fatto l’elemento psicologico rappresentativo, non può lasciar posto ad una scienza propria delle rappresentazioni.

E però non dobbiamo meravigliarci che il sistema di Comte riesca ad una negazione della Psicologia, tentando di ridurne lo studio ad un capitolo della Fisiologia. Invano gli sviluppi più recenti di Helmholtz, Fechner, Weber, Wundt ecc. apersero l’adito alla speranza di veder realizzato l’ideale positivista.

I resultati di tali ricerche ci hanno recato, è vero, una analisi delle sensazioni altamente preziosa; domani forse penetreranno nella investigazione di fenomeni più riposti; le associazioni delle immagini personali, i processi cerebrali che corrispondono a produzioni d’ordine più elevato, ne risulteranno chiariti. Il metodo fisiologico potrà riuscire così un sussidio di maggiore importanza nello studio analitico dei fatti psichici elementari.

Ma il concetto di ridurre a codesta analisi la conoscenza psicologica, urta in difficoltà analoghe a quelle che si oppongono alla riduzione della