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estensione della meccanica 299


A questa conseguenza contraddice l’aberrazione della luce, nota fino da Bradley. Infatti l’aberrazione implica che la luce proveniente dalla stessa A continui a muoversi entro l’atmosfera B colla stessa velocità V rispetto ad A, e quindi (designando con v la velocità della terra) con una velocità V - v rispetto alla terra.


Per spiegare l’aberrazione astronomica, si può cercare di sostituire al principio hertziano, esprimente una relatività locale dei fenomeni elettro-magnetici, un principio di relatività esteso che si armonizza col punto di vista sintetico di Faraday-Maxwell.

Consideriamo per semplicità un mezzo indeformabile B che si muova rispetto ad A, sede di fenomeni elettro-magnetici.

Si può ammettere che per un osservatore interno a B, e trascinato col mezzo, i fenomeni si presentino come se il mezzo B si estendesse fino a comprendere A.

Per giustificare una tale ipotesi, basta rappresentare i fenomeni elettro-magnetici come perturbazioni di un etere, definite dai punti singolari che corrispondono alle cariche elettriche portate da A.

Il procedere delle perturbazioni suddette col moto di A rispetto a B, si può raffigurare semplicemente ponendo che l’etere stesso sia trasportato con A rispetto a B.

La stessa ipotesi si lascia esprimere ritenendo l’etere immobile con A, e B in movimento. Se A è una stella, B la terra, v la velocità di B rispetto ad A, V la velocità di propagazione della luce in un mezzo come la nostra atmosfera, si trova allora che la luce proveniente dalla stella si propaga nella atmosfera terrestre colla velocità V - v.

Da ciò il fenomeno dell’aberrazione, spiegato nel modo che corrisponde alle vedute di Fresnel nella teoria ondulatoria.

Ma la spiegazione vale soltanto per il fatto elementare osservato da Bradley.

Gli astronomi di Greenwich hanno misurato l’aberrazione con un telescopio riempito d’acqua; la diversa velocità di propagazione delle onde luminose nell’acqua dovrebbe condurre qui ad un angolo d’aberrazione diverso; invece l’angolo non muta.

Questo resultato fu interpretato da Fresnel nel senso che «rispetto all’acqua l’etere non resta più fisso ma viene parzialmente trascinato».

Il trascinamento parziale delle onde luminose nella materia in moto viene poi confermato dagli esperimenti di Fizeau, anche recentemente ripetuti da altri; il movimento dell’acqua dà luogo ad uno spostamento nelle frange prodotte da due raggi luminosi interferentisi.

Di qui resulta che le più estese esperienze riferentisi ai fenomeni ottico-elettro-magnetici dei corpi in movimento, non possono venire spiegate neppure