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294 | capitolo vi |
Se il campo è un conduttore questa seconda legge va modificata nel senso che alla variazione della forza si aggiunge quella dovuta alla corrente, la quale è (come notammo) proporzionale alla forza stessa.
Le nominate equazioni, a cui era giunto ugualmente Heaviside trasformando e semplificando quelle di Maxwell, determinano la conoscenza del campo elettro-magnetico futuro, dato lo stato attuale; esse ci dicono infatti come ogni perturbazione elettro-magnetica locale si propaghi nello spazio e nel tempo.
Alle equazioni del campo elettro-magnetico occorre aggiungere soltanto le equazioni di condizione che esprimono la conservazione dell’elettricità e del magnetismo, la prima delle quali serve a differenziare l’etere (vuoto) dalla materia.
Si può allora interpretare queste equazioni e dedurne, come Hertz mostra, le note leggi fisiche; in primo luogo quelle relative ad un regime permanente, sia p. es. la legge di Ohm per i circuiti chiusi, i principi di Kirchhoff pei conduttori in derivazione, la regola di Ampère e la legge di Biot e Savart; poi le leggi dell’induzione che l’esperienza ci fa conoscere per circuiti chiusi ecc.
La verifica delle conseguenze tratte dalle equazioni del campo elettro-magnetico, giustifica secondo Hertz queste equazioni stesse assunte come ipotesi fondamentale della teoria.
Ma perchè la verifica appaia veramente dimostrativa dell’ipotesi, importa stabilire che questa può essere dedotta a sua volta da alcune delle leggi fisiche sottoposte all’esperienza.
Ciò appunto è stato fatto da T. Levi-Civita1, il quale riprendendo la teoria di Helmholtz, e correggendola coll’ipotesi di un tempo di propagazione delle azioni a distanza, ha fatto vedere che essa conduce alle equazioni di Hertz.
Vogliamo spiegare più precisamente questo importante risultato.
Si ammetta che:
- ↑ Cfr. il «Nuovo Cimento», 1897.
- ↑ Il Levi-Civita fa espressamente rilevare che è essenziale di scegliere la legge po-