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estensione della meccanica | 269 |
Altro ancora vi sarebbe da dire intorno alla sostanza cartesiana, priva di differenze qualitative. Ma se anche tali obiezioni non fossero note, che vale confutare un filosofo? Nulla di più facile, ma anche di più inutile, ha detto Schopenhauer.
La metafisica della quantità, sebbene non possa essere accettata come tale, resta sempre l’idea direttrice di un secolare movimento scientifico, che abbiamo chiarito in senso positivo come un processo psicologico associativo. Importa perciò di vedere in qual modo essa si attui concretamente in una Fisica considerata come estensione della Meccanica.
Vogliamo dunque passare in rassegna gli sviluppi teorici che, attraverso una visione dinamica dei fenomeni fisici, tendono a fissare i rapporti quantitativi di taluni dati presi come caratteristici, e a riconoscere in questi rapporti la piena determinazione delle aspettazioni di fatto.
E ci proponiamo di rilevare e di spiegare:
§ 8. I due tipi di meccanismo: cartesiano e newtoniano.
I dati della Meccanica sono qualitativamente varii: dati geometrici e cinematici estensivi; e dati dinamici intensivi (le forze). Lo sviluppo interno della filosofia meccanica tende alla loro riduzione progressiva.
Nell’indirizzo propriamente cartesiano si cerca di ridurre i dati intensivi agli estensivi, per cui la rappresentazione quantitativa si ottiene immediatamente, in rapporto alle sensazioni visive; in questo senso dunque si domanda una spiegazione delle forze. All’opposto il tipo newtoniano accoglie le forze, come azioni elementari tra le particelle dei corpi, nel numero dei dati primitivi, e cerca di unificarle e di sottomettervi la spiegazione di altri dati estensivi, in ispecie vuole spiegare i legami per mezzo delle forze.
I due tipi di meccanismo rappresentano una differenza di concezioni che può essere illustrato sotto diversi aspetti: