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262 | capitolo vi |
ficato che ad essi può o deve essere attribuito affinchè risultino validi in un ordine più esteso di relazioni e finalmente una correzione propria della Dinamica newtoniana, che più recenti sviluppi additano come plausibile.
Tali sono le vedute caratteristiche del pensiero contemporaneo. Il quale, riconoscendo il valore progressivo della Scienza, respinge anzitutto come assurda la pretesa di conferire alla Meccanica un valore assolutamente rigoroso ed universale, sebbene non possa fissare un limite alla sua estensione e al correlativo perfezionamento dei suoi principii.
Il pensiero iniziale dirigente la filosofia cartesiana, deve essere anzitutto criticamente chiarito nella sua tendenza riduttrice delle differenze qualitative a rapporti di quantità.
§ 2. Quantità e qualità: ipotesi cartesiana.
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Questa celebre risposta del medico di Molière, viene riferita spesso come tipo della spiegazione scolastica, la quale perderebbe invero ogni aspetto ridicolo, se si riducesse, come è nello spirito aristotelico, alla semplice constatazione empirica del fatto proposto, e non avesse la pretesa di aggiungervi qualcosa col creare il nome di una qualità corrispondente.
Contro alla veduta aristotelica si eleva il concetto cartesiano di una spiegazione razionale, basata sopra un supposto metafisico: al disotto delle varie qualità, che sono le apparenze del mondo fenomenico, c’è una sostanza unica suscettibile soltanto di distinzioni quantitative; la spiegazione dei fenomeni si riduce alla conoscenza dei rapporti di quantità ad essa inerenti.
Questo contrasto nel modo d’intendere la «spiegazione», viene illustrato dal Duhem1 sotto l’aspetto storico.
La nostra critica vuole mettere in luce altri aspetti della distinzione fra «quantità» e «qualità», una delle più delicate di cui il filosofo abbia ad occuparsi.
Quantità diconsi gli enti od oggetti di una classe, per cui sieno definite l’eguaglianza e la somma; conseguenza di codeste definizioni è la possibilità di stabilire fra tali oggetti un rapporto (misura dell’uno rispetto all’altro).
Dire che due enti, entro una data classe, sono uguali, significa che «si fa astrazione da certi loro caratteri differenziali, per raccogliere i caratteri similari in una unica rappresentazione astratta».
- ↑ «L’évolution de la Mécanique». Révue générale des Sciences, 1903, p. 63, 119, 171, 247, 301, 352.