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222 | capitolo v |
deve dimenticare che questa ha un valore assai ristretto, e che in ispecie porge una teoria della gravitazione nella quale la caduta dei corpi sulla terra viene disgiunta dal peso, e dove, p. es., le esperienze verificatrici di Cawendisch, non saprebbero trovar posto.
Che dire di una veduta la quale riesce a mutilare in tal modo le nostre conoscenze?
Ora veramente si deve avvertire che la considerazione del Mach, sopra riferita, non tende a sostituire in modo sistematico la forza con una definizione nominale, riguardandola cioè come il prodotto di una massa per una accelerazione. Ma in questo senso procede piuttosto la costruzione della Meccanica di Kirchhoff. Ed ecco che la forza così introdotta, p. es., nella teoria dell’elasticità, non esprime più il contenuto sensibile di ciò che ci rappresentiamo in questo campo come «tensione».
Mentre nei riguardi dell’Astronomia la trattazione ottica della Meccanica poteva essere sotto un certo aspetto giustificata, l’estensione di questo indirizzo in una Meccanica generale non ha più alcun fondamento, se si eliminino i pregiudizii sulla «forza», e quei motivi che spiegano ma non rendono affatto accettabile il nominalismo matematico (cfr. § 11).
Le considerazioni svolte innanzi c’inducono a prendere la forza come concetto primitivo della Meccanica.
Il senso si rende più preciso mediante l’uso di appropriati istrumenti, e si estende mediante la supposizione che si collega al concetto di un campo di forze.
Un campo di forze si prende come dato (in rapporto a dati corpi e fenomeni che lo definiscono) allorchè si ammette la possibilità di riconoscere una forza agente sopra un certo punto materiale che venga trasportato nelle varie posizioni del campo.
Ora occorre rendere determinato il concetto della forza, analizzando i dati delle sensazioni che vi si connettono.
§ 14. Dati geometrici della forza.
Le sensazioni inerenti ad una forza determinano:
Per ciò occorre anzitutto acquistare la nozione di «forze uguali applicate a punti diversi e diversamente dirette».
Questa nozione ci viene primamente fornita, se pure in modo poco preciso, dal confronto delle sensazioni di sforzo e di pressione, che possiamo provare in posizioni diverse. Il giudizio di eguaglianza tra due forze, che esso permette, si rende quindi più preciso mercè l’associazione delle sensazioni suddette a dati fisici, come, p. es., al tendersi o al piegarsi di una