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la meccanica 215


Queste riflessioni si adattano bene al caso delle rappresentazioni meccaniche.

I deprezzatori dell’intuizione insistono sulla circostanza che certi principii da noi tenuti come evidenti, contraddicono direttamente alle vedute dei nostri più antichi predecessori. Nessun argomento sembra più proprio di questo a stabilire irrefutabilmente che l’evidenza non ha alcun rapporto con uno sviluppo psicologico secondo leggi determinate, ma poggia soltanto sopra un fondamento storico; a meno che non si volesse ammettere un mutamento dello spirito umano, ipotesi su cui non vale la pena di fermarsi.

Un esempio convincente, nel senso anzidetto, sembra esser porto dal principio d’inerzia, di cui consideriamo qui soltanto la parte geometrica cioè «il movimento rettilineo di un punto materiale, su cui non agiscano forze». Se, come oggi si pretende, questo principio partecipa, in un senso che risulterà poi precisato, alla evidenza delle simmetrie geometriche, in qual modo i Greci lo avrebbero misconosciuto? in qual modo poterono essi pensare che i movimenti naturali sieno circolari?

Ebbene, la contraddizione è da interpretarsi nel senso che la rappresentazione nostra e quella dei Greci non si riferiscono al medesimo «spazio meccanico». Nella serie delle associazioni ed astrazioni successive, per cui si è formato, come vedemmo, il concetto geometrico dello «spazio», è occorso di eliminare dai varii «spazii fisiologici», le dissimmetrie relative all’osservatore. Ora il punto di vista generale si è guadagnato nella Geometria, attraverso le rappresentazioni ottiche, astraendo dalla dissimmetria sistematica che la gravità introduce nei dati tattili-muscolari. Ma nello sviluppo integrativo della rappresentazione spaziale, dove si tien conto dell’«aspetto del movimento» sulla superficie terrestre, si introduce un’altra dissimmetria sistematica attinente alla rotazione della terra, di guisa che il primo prodotto dell’associazione ed astrazione degli «spazii fisiologici meccanici» è una rappresentazione geocentrica. Per superare questa tappa, e giungere al grado astratto corrispondente a quello della Geometria, occorse emanciparsi dal punto di vista geocentrico nella considerazione dell’universo, ed ognun sa come a ciò sieno stati condotti i fondatori della Dinamica, poichè i progressi dell’Astronomia venivano appunto a convalidare il sistema di Copernico.

Non è inutile, pel nostro scopo, osservare che nella rappresentazione geocentrica l’ipotesi de movimento circolare, accolta dai Greci, risponde ad una veduta semplificata dei fatti astronomici, comunque si sia cercato di convalidarla colla pretesa nobiltà del cerchio fra tutte le linee!


Per chi riconosca l’origine sperimentale delle conoscenze intuitive, può sembrare assurdo di dare a queste, nell’ordinamento della Scienza, un posto in qualche modo privilegiato; la fiducia che in esse riponiamo, comunque