Pagina:Enriques - Problemi della scienza, 1906.djvu/194

176 capitolo iv

rienze eseguite sotto certe condizioni anatomo-fisiologiche»1, senza investigare se e quanto tali condizioni debbano riattaccarsi a leggi meccaniche organiche.

Ma protestiamo subito contro la pretesa di alcuni filosofi neo-kantiani che codeste condizioni strutturali anatomo-fisiologiche dell’organismo umano, si rispecchino in certi caratteri a priori della intuizione spaziale, in guisa da fornire alla Geometria i suoi postulati non appena gli enti geometrici sieno costruiti dalle sensazioni. Così appunto W. Wundt nei «Grundzüge der physiologischen Psycologie»2 (Bd II, pag. 27) vuol fare derivare la planarità dello spazio intuitivo dalla disposizione delle ossa atta a favorire il movimento rettilineo, benchè sia all’opposto evidente che i membri ossei articolati costituiscono quasi dei pendoli composti, onde il movimento rettilineo non può ottenersi senza complicati compensi. E. G. Heymans3 proponendosi in modo più determinato la spiegazione psicologica dei postulati geometrici, riguarda la linea retta come una «gleischförmige Innervationsreihe» (?), e pretende dedurre da ciò a priori la sua proprietà fondamentale di determinazione, mediante un simbolismo analitico, la cui applicazione ci sembra assolutamente arbitraria.

Ma a siffatti tentativi obiettiamo la pregiudiziale, che: il fatto della orientazione, comunque dipenda dalla struttura anatomica, viene avvertito dalla coscienza soltanto per mezzo di certe sensazioni (muscolari, tattili, visive ecc.), ed i dati bruti di queste non permettono di dirimere l’arbitrarietà che appartiene alla scelta dei postulati, ed in ispecie di conferire loro il carattere di esattezza che si riconosce nei rapporti spaziali intuitivamente rappresentati dal nostro pensiero.

Si tratta dunque qui di uno sviluppo psicologico, di una elaborazione e semplificazione ideale dei dati di senso, le cui condizioni subiettive sono da ricercare nella stessa funzione della psiche, non nell’anatomia del sistema muscolare, osseo ecc.


§ 16. Programma delle successive ricerche.

Ora la nostra analisi riuscirà a rappresentare codesto sviluppo come un processo di associazione ed astrazione, e a ridurre le condizioni suddette alle leggi logiche operative, in cui ravviseremo la spiegazione di certi caratteri

  1. Nel suo studio «Ueber die Raumwahrnehmungen des Taatsinnes» (Berlin, Reuter-Richard, 1898) V. Henri trova appunto necessario di ammettere come originaria, nell’uomo, una disposizione anatomo-fisiologica per cui un eccitamento periferico provochi moti riflessi, conducenti l’organo tattile in prossimità del luogo eccitato.
  2. Leipzig, Engelmann, 1880.
  3. «Viertel jahrschrift für wissenschaftlische Philosophie», 1888, Bd XII, pag. 279.