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142 | capitolo iii |
rativi), per un altro lato verrà a diminuire il prezzo del grano riversandosi sul mercato una maggiore quantità di esso. Pertanto si giunge alla conclusione che «in uno stato di equilibrio economico, il prezzo del grano tende a ragguagliarsi al suo costo di produzione nel campo meno rimunerativo».
Questo enunciato esprime la legge della rendita differenziale nella sua forma più precisa, integrata colla legge che commisura il valore della merce al costo di produzione dell’ultimo prodotto. Ed è chiaro che l’enunciato si può riferire analogamente ad altre merci industrialmente prodotte in condizioni diverse.
Ora la legge sopra stabilita ha ammesso ed ammette tuttora numerose verifiche sufficientemente approssimate, ove si tenga conto che il supposto equilibrio economico è uno stato limite non mai raggiunto dalla società.
Ma per contro altre osservazioni si trovano con queste verifiche in diretta contraddizione, e si può aggiungere che i casi in cui la regola non è confermata vanno ai giorni nostri crescendo.
Si manifesta così che l’invarianza attribuita all’homo oeconomicus non è sufficientemente rigorosa rispetto a certe deduzioni e alle previsioni che vi si appoggiano.
In ispecie la variabilità di questo tipo si manifesta nel fenomeno grandioso dell’associazione. La riunione di molti uomini, che dovrebbe fungere come una semplice somma, si allontana dal previsto giungendo a svolgere un’attività che riesce a scontare anticipatamente e ad impedire gli effetti della libera concorrenza.
I recenti trust internazionali ne porgono una testimonianza visibile.
Ecco come l’associazione giunge fino ad un certo punto ad invertire i motivi agenti sui produttori. Mentre il singolo produttore non può aumentare il suo profitto se non aumentando la quantità del prodotto, la società che abbia accaparrato una parte dei mezzi di produzione può ottenere più utilmente il suo scopo diminuendo il prodotto in guisa da diminuire l’offerta della merce sul mercato, poichè essa ha interesse a mettere in opera soltanto i mezzi meno costosi, se riesce in compenso ad innalzare il profitto della rendita differenziale che da questi ricava; inoltre la società può farsi arbitra del mercato impedendo la produzione di merce per opera di estranei, colla minaccia di offrire i suoi prodotti ad un prezzo minore, in guisa da cagionare la rovina dei suoi avversarii, e ciò sia pure a costo di sacrifizii temporanei.
Soprattutto in quest’ultima circostanza psicologica si ravvisa un elemento nuovo che distingue l’associazione da una «somma di uomini», di guisa che i fenomeni anzidetti non appariscono spiegabili ove si mantenga il concetto individualistico dell’homo oeconomicus, pur modificando qualcuna delle ipotesi esplicite sopra enunciate.