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i problemi della logica 139


Emerge dalle osservazioni precedenti che, comunque le ipotesi implicite di una teoria siano state preventivamente accertate con criterio prudente, e soprattutto nei primi momenti di una costruzione scientifica, permane un dubbio sul valore di codeste ipotesi e sui limiti di approssimazione in cui esse possono tenersi vere. Quindi la necessità di verificare a posteriori se e quanto esse sieno valide, e, dove sia il caso, di correggerle.

La verifica delle ipotesi scientifiche è data ancora dall’esperienza, ma piuttosto in senso negativo che positivo.

Se un rapporto fenomenico preso implicitamente come invariante non può più considerarsi tale in un certo ordine di considerazioni, la sua non invarianza si manifesta con una contraddizione delle esperienze.

I principii logici, che esprimono, come si è detto, le condizioni di applicabilità del metodo deduttivo, porgono così a posteriori il mezzo di riconoscere l’errore delle ipotesi implicite, relativamente ad un certo sistema di deduzioni. Si deve ritenere invece che l’accordo delle esperienze, istituite a verificare teoremi logicamente dipendenti di una teoria, porga una conferma sempre più probabile delle sue ipotesi implicite.

Quanto alla correzione delle ipotesi implicite riconosciute erronee, non si può indicare altra via che di ritornare ai criterii dell’accertamento induttivo, tenendo conto degli acquisti parziali probabili che (nonostante l’errore suddetto) si troveranno forniti dalla teoria sviluppata. La sola regola generale, che qui sia da darsi, è di allargare, quanto è possibile, le associazioni ed i confronti: confrontare e valutare l’ipotesi in rapporto all’insieme della Scienza, ritenuta provvisoriamente come acquisita, è il solo modo di giudicare di ognuno dei principii, che trovansi in un dato momento alla base dell’edifizio scientifico!


Si aggiunga che non soltanto colla semplice moltiplicazione dei controlli, il progresso scientifico riesce a stringere più da vicino la verificazione delle ipotesi implicite di una teoria.

Mentre la deduzione moltiplica i teoremi verificabili, la definizione costruisce concetti nuovi a rappresentare nuovi rapporti reali possibili, che debbono essere presi come invarianti. Ora una piccola variabilità di fatto nei rapporti presi inizialmente come oggetti del pensiero si traduce in una apprezzabile variazione dei rapporti associativamente definiti, e cade così sotto il controllo di una verifica più precisa, diretta o indiretta.

La definizione appare quindi come un processo moltiplicatore degli errori d’osservazione, atto a porre i teoremi della teoria in una veste opportuna per porgere una verifica delle premesse, nella quale le contraddizioni che derivano dalle ipotesi implicite si rendano più evidenti.