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138 capitolo iii

qualcosa di analogo, convinti che una ricerca meglio condotta debba rivelarci come essa non si propaghi istantaneamente.

Un siffatto modo di argomentare potrebbe porgere facile argomento di riso; quale mancanza di rispetto verso l’esperienza per parte di chi non lascia passare un giorno senza renderle omaggio!

Eppure la giustificazione di codesta tendenza risiede in un confronto più largo di altre esperienze che progressivamente sono venute confermando i corollarii di analoghe presunzioni, ed anche nella veduta che la rappresentazione delle cause elementari estende il campo delle esperienze possibili e conferisce a queste un valore probativo che spesso verrebbe meno all’infuori delle ipotesi in essa contenute.


§ 34. Accertamento e verifica delle ipotesi implicite.

Le difficoltà inerenti alla verifica delle ipotesi esplicite, nelle singole teorie, è stata in parte ricondotta all’accettazione di ipotesi implicite. Emerge dunque la necessità di discutere i criteri di accertamento, di verifica e di correzione di queste.

Diciamo anzitutto del loro accertamento preventivo.

Nella costruzione di una teoria sono da assumere possibilmente come ipotesi implicite le conclusioni verificate nel modo più preciso di altre teorie. Se anche queste non hanno ricevuto dalla esperienza intera conferma, avviene generalmente che trovinsi verificate in parte; e che le conclusioni parziali messe a confronto con un ordine più largo di conoscenze acquistino un valore altamente probabile, ed abbastanza esatto, in guisa da poter servire come fondamento ad una costruzione nuova più solida.

Tuttavia le ipotesi più implicite così assunte, per deduzione, possono spesso venire integrate per mezzo di altre associazioni di dati empirici, cioè per induzione. Anzi questo processo propriamente induttivo ha un ufficio tanto più largo quando si tratti delle prime fasi della costruzione scientifica.

Relativamente ai criterii da seguire nelle induzioni anzidette è il caso di ricordare i canoni di Stuart Mill, fondati sui principii di sostanza e di causa (il filosofo inglese si riferisce sempre alla causa). Ma dopo le osservazioni dei §§ 22, 23 è inutile aggiungere che codesti canoni hanno soltanto un significato schematico ed un valore limitato.

Così, p. es., quando si parla del metodo induttivo di concordanza «prendere come causa la sola circostanza comune a varii casi di un fenomeno», si sottintende sempre un’astrazione da infinite circostanze comuni, pensate come indifferenti. E l’esempio che da taluno si adduce, dove s’argomenta che «lo stato fisico dei corpi è causato dal calore», ci mostra appunto il valore limitato del metodo, poichè fra gli elementi trascurati si trova qui la «pressione» di cui deve tenersi conto nella liquefazione dei cosidetti gas permanenti, ecc.