120Or quale o terra, o mare, o loco altrove
Sarà, misero me! che mi raccolga,
O che m’affidi omai? poichè tra’ Greci
Non ho dov’io ricovri, e da’ Troiani
Non deggio altro aspettar che strazio e morte. 125Ne commosse a pietà, n’acquetò l’ira
Sì doglioso rammarco; e con dolcezza,
E con promesse il confortammo a dire
Chi, di che loco e di che sangue fosse,
E che portasse, e qual fidanza avesse 130A darnesi prigione. Egli in tal guisa
Assecurato, al re si volse e disse:
Signor, segua che vuole, in tuo cospetto
Io dirò tutto; e dirò vero. E prima
D’esser greco io non niego; chè fortuna 135Può ben far che Sinon sia gramo e misero,
Ma non già mai che sia bugiardo e vano.
Non so se, ragionandosi, agli orecchi
Ti venne mai di Palamede il nome,
Che nomato e pregiato e glorïoso, 140E da Belo altamente era disceso.
Se ben con falso e scelerato indizio
Di tradigion, per detestar la guerra,
Ei fu da’ Greci indegnamente occiso;
Com’or, che ne son privi, i Greci stessi