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40 l’eneide. [958-982]

Quei chiari, lieti e giovenili onori
Ch’ella stessa di lui madre gl’infuse.
960Tale aggiunge l’artefice vaghezza
A l’avorio, a l’argento, al pario marmo,
Se di fin’oro li circonda e fregia.
Cotal, comparso d’improviso a tutti,
Si fece avanti a la regina, e disse:
     965Quegli che voi cercate Enea troiano,
Son qui, dal mar ritolto. A te ricorro
Vera regina, a te sola pietosa
De le nostre ineffabili fatiche.
Tu noi, rimasi al ferro, al fuoco, a l’onde
970D’ogni strazio bersaglio, d’ogni cosa
Bisognosi e mendici, nel tuo regno
E nel tuo albergo umanamente accogli.
A renderti di ciò merito eguale
Bastante non son io nè fòran quanti
975De la gente di Dárdano discesi
Vanno per l’universo oggi dispersi.
Ma gli Dei (s’alcun Dio de’ buoni ha cura,
Se nel mondo è giustizia, se si truova
Chi d’altamente adoperar s’appaghe)
980Te ne dian guiderdone. Età felice!
Avventurosi genitori e grandi
Che ti diedero al mondo! Infin ch’i fiumi


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