L’adusta mamma, ardente e furïosa
Tra mille e mille, ancor che donna e vergine, 810Di qual sia cavalier non teme intoppo.
Stava da tante meraviglie ad una
Sola vista ristretto, attento e fiso
Enea pien di vaghezza e di stupore:
Quand’ecco la regina, accompagnata 815Da real corte, con real contegno
Entro al tempio bellissima comparve
Qual su le ripe de l’Eurota suole,
O ne’ gioghi di Cinto, allor Dïana
Ch’a l’Orèadi sue la caccia indíce, 820A mille che le fan cerchio d’intorno,
Divisar vari offici, e faretrata,
Da la faretra in su gir sovra l’altre
Neglettamente altera, onde a Latona
S’intenerisce per dolcezza il core; 825Tale era Dido, e tal per mezzo a’ suoi
Se ne gía lieta, e dava ordine e forma
Al nuovo regno, ai magisteri, a l’opre.
Giunta al cospetto de la Diva, in mezzo
De la maggior tribuna, in alto assisa, 830Cinta d’armati, in maestà si pose:
E mentre con dolcezza editti e leggi
Porge a la gente, e con egual compenso