Pagina:Eneide (Caro).djvu/7

vi ai lettori.

qua e là in più luoghi esse discordavano essenzialmente; tanto che a voler dare un’edizione più genuina che fosse possibile, era mestieri di risalire alle fonti; cioè all’edizione principe, fatta in Venezia dal Giunti l’anno 1581, ed assistita da Lepido Caro, nepote di Annibale. Ma per mala sorte cotesta fonte era avuta in conto di molto impura dagli uomini di lettere; onde il ritornare ad essa, e riprodurla tal quale, non sarebbe stato altro che un ripristinare gli errori. Volli nondimeno toccar con mano, e mi avvidi che il giudizio dei letterati non era ingiusto. Ma insieme conobbi che ciò era bastato per isbrigliare l’arbitrio degli editori, la cui licenza erasi andata esercitando in molti e molti mutamenti, suggeriti ora dal desiderio di far troppo bene, che torna a male, e ora dall’ignoranza della nostra lingua e di certe sue forme invecchiate.