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614 l’eneide. [1245-1269]

     1245Cinque volte girando il campo tutto,
E cinque rigirando, e molte e molte
Di qua di là correndo, imperversaro;
Chè non per gioco, non per lieve acquisto
D’onor, ma per l’imperio, per lo sangue,
1250Per la vita di Turno era il contrasto.
Per sorte in questo loco anticamente
Era a Fauno sacrato un oleastro
D’amare foglie, venerabil legno
A’ naviganti che dal mare usciti
1255A salvamento, al tronco, ai rami suoi
Lasciavano i lor voti e le lor vesti
A questo dio de’ Laürenti appese:
Non ebbero i Troiani a questo sacro
Più ch’agli altri profani arbori o sterpi
1260Alcun riguardo; onde con gli altri tutti
Lo distirpâr, perchè netto e spedito
Restasse il campo al marzïale incontro.
     De l’oleastro in loco era caduta
L’asta d’Enea: qui l’impeto la trasse;
1265Qui si tenea tra le sue barbe infissa.
E qui per ricovrarla il teucro duce
Chinossi, e per far pruova se con essa
Lanciando lo fermasse almen da lunge,
Poi ch’appressar correndo nol potea.


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