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588 l’eneide. [595-619]

595Si fondan le città. Dietro a costui
Bute, e di mano in man Darete e Cloro
E Síbari e Tersíloco e Timete
Lanciando, uccise. Ma Timete in terra
Ferì, che per sinistro o per difetto
600D’un suo restio cavallo era caduto.
     Qualsopra al grande Egèo sonando scorre
Il tracio Bora, che le nubi e i flutti
Si sgombra avanti; e questi ai lidi, e quelle
A l’orizzonte in fuga se ne vanno:
605Tal per lo campo, ovunque si rivolge,
Fa Turno sgominar l’armi e le schiere;
E tal seco ne va furia e spavento,
Che financo al cimier morte minaccia.
     Fegèo, tanta fierezza e tanto orgoglio
610Non sofferendo, al concitato carro
Parossi avanti; e lievemente un salto
Spiccando, con la destra al fren s’appese
Del sinistro corsiero. E sì com’era
Da la fuga rapito e da la forza
615Di tutti insieme, insiememente a tutti
(Dal sentier divertendoli e dal corso)
Facea storpio e disturbo. Ed ecco al fianco
Che da la destra parte era scoperto,
Cotal sentissi de la lancia un colpo


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