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582 l’eneide. [445-469]

445Questo cigno gli fia; di nuovo al mare
In fuga se n’andrà. Voi combattendo
In guisa de la pria fugace torma,
Ristringetevi insieme, e riponete
Il vostro re, che v’è rapito, in salvo.
     450Detto così, spinse il destriero, e trasse
Contr’a’ nimici. Andò stridendo e dritto
L’aura secando il fulminato dardo;
E ’nsieme udissi col suo rombo un grido
Che insino al ciel, de’ Rutuli, sentissi.
455Insieme scompigliossi il campo tutto,
Turbârsi i petti, ed infiammârsi i cuori.
L’asta volando giunse ove a rincontro
Nove fratelli eran per sorte accolti,
Che tutti d’una sola etrusca moglie
460Da l’arcadio Gilippo eran creati.
Un di lor ne colpì là ’ve nel mezzo
Il cinto s’attraversa, e con la fibbia
S’afferra al fianco. Ivi tra costa e costa,
Penetrando altamente, lo trafisse,
465E morto in su l’arena lo distese.
Questi, il più riguardevole ne l’armi
Era degli altri, e ’l più bello e ’l più forte,
E gli altri come tutti eran feroci,
Dal dolore infiammati incontinente


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