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566 l’eneide. [45-69]

45Per forza d’armi. Oro, favori e gradi
Da Latino avrai sempre; e maritaggi
E donne d’alto affar son per lo Lazio,
E per le terre di Laurento assai.
Ma soffri ch’io ti parli, e senti, e nota
50Poscia quel ch’io dirò: che dirò vero,
Ben che noia ti sia. Fatal divieto
Mi proibiva, e gli uomini e gli Dei
M’avean vaticinando in molte guise
Denunzïato, che mia figlia a nullo
55Io maritassi di color che chiesta
Me l’avean prima. E pur dall’amor vinto
Che ti port’io, dal parentado astretto
C’ho con la casa tua, mosso dal pianto
E da le preci de la donna mia,
60Dandola a te mi sono al fato opposto:
Ho rotto fede al genero; ho con lui
Presa non giusta e non sicura guerra.
     Da indi in qua tu stesso, tu che primo
Soffri tante fatiche e tanti affanni,
65Hai veduto in che rischi, in che travagli
Siam noi caduti; chè due volte rotti
In due sì gran battaglie, in questo cerchio
Ne siam rinchiusi a sostentare a pena
La speranza d’Italia. Il Tebro è caldo


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