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[433-457] libro i. 19

Ed Ilo prima infin ch’Ilio non cadde,
Succederagli: e trenta giri interi
435Del maggior lume, il sommo imperio avrà.
Trasferirallo in Alba: Alba la lunga
Sarà la reggia sua possente e chiara.
Qui regneranno poi sotto la gente
D’Ettore, un dopo l’altro, un corso d’anni
440Tre volte cento; finch’Ilia regina
Vergine, e sacra, del gran Marte pregna,
D’un parto produrrà gemella prole.
Indi capo ne fia Romolo invitto.
Questi, invece di manto, adorno il tergo
445De la sua marzïal nudrice lupa,
Di Marte fonderà la gran cittade;
E dal nome di lui Roma diralla.
A Roma non pongo io termine o fine:
Chè fia del mondo imperatrice eterna.
450E l’aspra Giuno, che or la terra e il mare
E il ciel per téma intorbida e scompiglia,
Con più sano consiglio, al mio conforme,
Procurerà che la romana gente
In arme e ’n toga a l’universo imperi.
455E così stabilisco. E così tempo
Ancor sarà ch’Argo, Micene e Ftia
E i Greci tutti tributari e servi


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