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538 l’eneide. [795-819]

     795A l’uscir de la porta ecco davanti
Gli si fa co’ suoi volsci cavalieri
La vergine Camilla; e sì com’era
Non men gentil che valorosa e bella,
Tosto che l’incontrò con tutti i suoi
800Dismontò da cavallo, e vèr lui disse:
Turno, se degnamente uom forte ardisce,
Io mi rincoro, e ti prometto io sola
Di gire ai cavalier toscani incontro.
Lascia me col mio stuolo assalir prima
805La troiana oste, e che primiera io tragga
Di questa pugna e de’ suoi rischi un saggio.
E tu qui co’ pedoni a piè rimanti
A guardia de la terra. A tal proposta
Turno ne la terribile virago
810Gli occhi fissando: O de l’Italia, disse,
Ornamento e sostegno, e di che lode,
E di che premio al tuo gran merto uguale
Ristorar ti poss’io? Ma (poichè cosa
Non è che la pareggi) abbi, famosa
815Guerriera, in grado ch’io con te comparta
Questa fatica. Enea, come dal grido
Avemo e da le spie fin qui ritratto,
Spinte ha le schiere de’ cavalli avanti
Per batter la campagna: ed egli altronde


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