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514 l’eneide. [195-219]

195Grazia, che tu ne fai, grati saremo:
Rapporto ne faremo; e s’al consiglio
Nostro è fortuna amica, amico ancora
Ti fia Latino. E cerchisi d’altronde
Turno altra lega. A noi co’ sassi in collo
200Gioverà di trovarne a fondar vosco
Questa vostra fatal novella Troia.
     Poi che Drance ebbe detto, ai detti suoi
Tutti gli altri fremendo acconsentiro,
E per dodici dì commerzio e pace
205Fur tra l’un oste e l’altro. E senza offesa
Entrambi si mischiaro, e per gli monti
E per le selve a lor diletto andaro.
Allor sonare accétte e strider carri
Per tutto udissi. In ogni parte a terra
210Ne giro i cerri e gli orni e gli alti pini
E gli odorati cedri al funebre uso
Svelti, squarciati e tronchi. E già la fama,
Che di Pallante a Pallantèo volata
Dicea pria le sue prove, e vincitore
215L’avea gridato, or d’ogni parte grida
Che morto si riporta. In ciò commossa
La città tutta, in vedovile aspetto
Di funeste facelle, e d’atri panni
Si vide piena: e vèr le porte ognuno


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