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510 l’eneide. [95-119]

95E d’Evandro a le lagrime assistesse,
E le sue gli mostrasse; a tanto lutto
Assai debil conforto, e pur dovuto
Al suo misero padre. Altri al suo corpo,
Altri a la bara intenti avean di quercia,
100D’arbuto e di tali altri agresti rami
Fatto un ferètro di virgulti intesto,
E di frondi coperto, ove altamente
Del giovinetto il delicato busto
Composto si giacea qual di vïola,
105O di giacinto un languidetto fiore
Còlto per man di vergine, e serbato
Tra le sue stesse foglie allor che scemo
Non è del tutto il suo natio colore
Nè la sua forma; e pur da la sua madre
110Punto di cibo o di vigor non ave.
     Enea due prezïose vesti intanto
L’una d’òr fino e l’altra di scarlatto
Addur si fece: ambe ornamenti e doni
De la sidonia Dido, e da lei stessa
115Con dolce studio e con mirabil arte
Ricamate e distinte. E l’una indosso
Gli pose, e l’altra in capo, ultimo onore
Con che dolente la dorata chioma
Allor velògli, ch’era additta al foco.


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