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[1417-1431] libro x. 505

E ’l Tosco a lui, poichè l’afflitte luci
Al ciel rivolse, e seco si ristrinse:
Crudele, a che m’insulti? A me di biasmo
1420Non è ch’io muoia: nè per vincer, teco
Venni a battaglia. Il mio Lauso morendo
Fe con te patto che morissi anch’io.
Solo ti prego (se di grazia alcuna
Son degni i vinti) che ’l mio corpo lasci
1425Coprir di terra. Io so gli odii immortali
Che mi portano i miei. Dal furor loro
Ti supplico a sottrarmi, e col mio figlio
Consentir che mi giaccia. E ciò dicendo,
La gola per sè stesso al ferro offerse;
1430E con un fiume che di sangue sparse
Sopra l’armi versò l’anima e ’l fiato.


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