920Téma e spavento, che i destrier rivolti
Lui dal carro traboccano, e disciolti
Sen vanno e vòti imperversando al mare.
Lúcago intanto e Lígeri, due frati
Con due giunti cavalli ambi in un tempo 925Gli si fan sopra. Lígeri a le briglie
Sedea per guida, Lúcago rotava
La spada a cerco. Enea, non sofferendo
La tracotanza, a la già mossa biga
Piantossi avanti: e Lígeri gli disse: 930Enea, tu non sei già con Dïomede,
Nè con Achille questa volta a fronte;
Nè son questi i cavalli e ’l carro loro:
Di Lazio è questo e non de’ Frigi il campo:
Qui finir ti convien la guerra e i giorni. 935Queste vane minaccie e questo vento
Soffiava il folle. Enea d’altro risposta
Non gli diè che de l’asta. E mentre avanti
Spinge l’uno i destrieri, e l’altro al colpo
Si sta chinato e col piè manco in atto 940Di ferir lui, la sua lancia a lo scudo
Entrò sotto di Lúcago, e nel manco
Lato ne l’anguinaia il colse a punto,
E giù dal carro moribondo il trasse.
Indi ancor egli motteggiollo e disse: