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[820-844] libro x. 481

820E d’un tanto periglio, che già vòlto
Era il suo campo in fuga. Incontinente
Si fa col ferro una spianata intorno;
Poscia s’apre una via, di te cercando,
Turno, e ’l tuo rintuzzar cresciuto orgoglio
825Per la vittoria di Pallante occiso.
Pallante, Evandro, e l’accoglienze loro
E le lor mense ove con tanto amore
Forestier fu raccolto, e la contratta
Già tra loro amistà davanti agli occhi
830Si vedea sempre. E per onore a l’ombra
De l’amico, e per vittima al grand’Orco,
Molti giovini avea già destinati
Vivi sacrificar sopra il suo rogo;
E di già ne facea quattro d’Ufente
835Addur legati, e quattro di Sulmona.
     E tra via combattendo, incontr’a Mago
Tirò d’un’asta, a cui sotto chinossi
L’astuto a tempo sì che sopra al capo
Gli trapassò divincolando il colpo;
840E ratto risorgendo, umilemente
Gli abbracciò le ginocchia, e così disse:
Per tuo padre e tuo figlio, Enea, ti prego,
A mio padre, a mio figlio mi conserva.
Di gran legnaggio io sono: gran tesori

Caro. — 31. [511-526]